Un’estate fa la doppia operazione che ha portato a Torino Douglas Luiz e la sua compagna, protagonista del calcio inglese e nazionale svizzera, Alisha Lehmann era accompagnato dalle migliori intenzioni e un certo impegno in termini di aspettative, che gravavano su entrambi.

A mesi di distanza, nel pieno della epocale e spasmodica ricerca di un dna che sul versante maschile manca ancora malgrado l’arrivo in panchina di Tudor, sul versante femminile si celebra la Juventus Women ma non la sua calciatrice. Già bersaglio degli haters, Alisha è stata di nuovo presa di mira sui social come se festeggiare non spettasse anche a chi ha contribuito in forma indiretta.

Alisha Lehmann star della Juventus Women

Premettiamo che Alisha Lehmann non è nuova a certi attacchi, a un certo abuso delle piattaforme digitali per esternare opinioni che sono scivolate in alcuni commenti in vere e proprie osservazioni e offese gratuite. Stavolta la questione riguarda i festeggiamenti post vittoria del titolo con giornate di anticipo.

Un evento centrato, nella stagione più complicata per l’altra Juve quella di Tudor e, prima, di Thiago Motta che ha lasciato la Continassa con l’amarezza di chi non ha realizzato quel progetto, quelle idee che avevano accompagnato il suo arrivo.

Ma questa è una storia diversa, vicina eppure lontanissima dai successi di Canzi e della sue giocatrici ancora una volta prime e d’esempio.

Le critiche dei soliti haters

Che cosa non sia piaciuto ai tifosi bianconeri, che avrebbero dovuto festeggiare al pari della calciatrici in campo, sembra un dettaglio alquanto marginale, nel quadro di una stagione esaltante nel corso della quale la Juventus ha dominato il campionato di Serie A.

Proprio la celebrazione, assieme alle compagne di Alisha, avrebbe urtato alcuni tifosi juventini i quali hanno sottolineato quel concetto espresso all’inizio. Ovvero, perché lasciarsi andare quando si è contribuito così poco? Perché la squadra è costituita da riserve e titolari e ciascuna, con il proprio apporto, ha concorso al risultato finale anche se le aspettative rispetto a Lehmann erano altissime.

E così il Daily Mail ha registrato le osservazioni non proprio cordiali nei suoi riguardi per balletto e l’euforia portati in campo dopo la sua Juventus aveva battuto il Milan per 2-0, portandosi a +10 sull’Inter, con ancora tre partite da giocare e quindi un massimo di soli nove punti da conquistare, il che garantisce che non possano essere sorpassati in classifica.

Insomma Alisha sembrava trascinare quando i numeri, secondo gli utenti, non suggerivano un atteggiamento da leader. In cinque presenze da titolare e 15 presenze complessive nel campionato, ha segnato due volte e deve ancora fare il primo assist della stagione.

Su X, gli utenti in un numero esiguo si sono chiesti perché. “Perché Alisha è lì davanti?” ha chiesto un fan su X oppure “Ha segnato solo due gol in 17 partite, accidenti, dov’è Girelli? La vera stella”. Critiche che non trovano fondamento perché, se la squadra è una e si vince è una prassi quella di presentarsi in campo tutte e tutti per celebrare.

Un momento di gioia che, per motivi da comprendere, non sarebbe dovuto essere vissuto anche da Alisha la quale lotta per avere un posto in nazionale in vista dei prossimi Europei femminili nella sua Svizzera, dopo aver avuto alcuni stop che non hanno aiutato di certo l’ambientamento.

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Chi è la svizzera Alisha Lehmann

Svizzera, calciatrice dal curriculum notevole, Alisha Lehmann è una influencer sui social e dotata di un patrimonio che nulla ha da invidiare ai colleghi del più blasonato calcio maschile. La campionessa svizzera vanta più di 16 milioni su Instagram e oltre 8 su TikTok: premesse importanti per comprendere la portata del fenomeno.

Più delle celebri colleghe Alexia Putellas, Alex Morgan e Megan Rapinoe e questo numero, che è solo un numero, è destinato a salire complice l’abilità nel gestire la comunicazione su queste piattaforme e i rapporti con gli sponsor.

L’ala svizzera, infatti, è le calciatrici più seguite al mondo ed è spesso etichettata, dai media britannici soprattutto, come la più sexy.

La Swiss Queen

E già si spendono soprannomi per la stella della Juventus, per Alisha, quali “Swiss Queen” e altri che, però, non esauriscono la sua celebrità davvero planetaria come dimostrato già ai Mondiali.

Semplificano, com’è inevitabile per una protagonista dell’era digitale. “Le persone che mi conoscono mi vedono sempre e solo come calciatrice. Ovviamente ho tanti follower, lo so, ma non ho mai avuto questo come obiettivo. Io solo continuato sempre a giocare a calcio e a condividere alcuni momenti della mia vita. E questo è stato il risultato”, ha spiegato in un’intervista a SkySports.

Durante Svizzera-Ungheria durante la partita di qualificazione ai prossimi Europei

L’approdo in Inghilterra

Alisha Lehmann ha giocato prima dell’arrivo alla Juventus nell’Aston Villa, nella Women’s Super League dopo aver incominciato nella natia Svizzera, vicino Berna a tirare calci a un pallone. Il culmine nello Young Boys, che ha lanciato il suo nome nel firmamento calcistico e consentito che, poi, fosse notata dai grandi club inglesi.

In Inghilterra è arrivata grazie al West Ham, ha giocato poi nell’Everton per poi passare all’Aston Villa appunto dove ha giocato a lungo fino all’arrivo in Serie A.

La relazione con Douglas Luiz

Proprio la sua esperienza in Gran Bretagna le ha consentito di incontrare e intraprendere una relazione con Douglas Luiz, senza risultare mai sopraffatta o oscurata dalla notorietà del fidanzato. Con lo stesso giocatore, a quanto pare consultando i tabloid inglesi, non è stato sempre semplice: dopo una crisi importante, i due si sono riconciliati e hanno annunciato di essere di nuovo tornati assieme via Instagram.

Sui social c’è molto del suo privato (gestito e misurato), ma altrettanto del suo ruolo sportivo nella piena consapevolezza dei messaggi veicolati. Prima di tutto è e vuole rimanere una calciatrice: ha cominciato nel FC Konolfingen a 9 anni, quindi il passaggio allo Young Boys e nel 2016 l’esordio nella Serie A femminile svizzera. Sono gli inglesi del West Ham a strapparla al club elvetico.

Alisha Lehmann con la maglia della Juventus Women

In questa prima stagione alla Juventus, non facile va detto, Alisha ha avuto alti e bassi a causa di un infortunio e poi altri intoppi che non hanno agevolato l’ambientamento pur essendo presente, negli obiettivi stagionali della calciatrice svizzera, la convocazione agli Europei.

La stessa ct della Svizzera Pia Sundhage ha insistito sul fatto che Lehmann potrebbe tornare in campo, ma ha ammesso che il suo infortunio ostacola la cosa.

“Vogliamo mettere insieme la squadra migliore, magari non con i giocatori migliori”, ha detto Sundhage. “Le porte sono aperte a tutti. Alla fine, ci sarà una possibilità per tutti”.

La campagna per il calcio femminile

A proposito del suo ruolo extra campo, in una lunga intervista a Sky Sports UK, Lehmann ha ribadito il suo impegno contro il linguaggio ostile e violento sui social rivolto alle donne e ha sostenuto una campagna UEFA contro gli abusi online, contro commenti negativi e misogini sul calcio femminile.

“Ci sono sempre persone che non supportano il calcio femminile perché pensano che sia uno sport maschile. Molte volte la gente dice: ‘le donne non possono giocare a calcio, dovrebbero stare in cucina’”. “Ma quelle persone non hanno visto una sola partita di calcio. Questo è il problema, perché quando vengono alle partite e ci guardano, dicono: ‘Puoi davvero giocare’.

“Sai cosa penso in realtà? Ovviamente non è una cosa carina da dire perché ci alleniamo così duramente ogni singolo giorno, ma mi dà più forza”, ha detto a Sky Sport UK. Una militanza che anche nel rivelare a DirTea Talks la proposta indecente che le era arrivata, ha dimostrato di voler e poter scegliere ribadendo la libertà di azione e di autodeterminazione individuale a cui si sente chiamata.

Le critiche e le accuse sui social

Tornando proprio agli haters, nella stessa intervista Lehmann aveva palesato la sua opinione, proprio perché spesso bersaglio di commenti: “Sono solo annoiati nella vita e devono dire qualcosa. Ed è sempre facile dire cose dietro un computer, non credo che la gente starebbe di fronte alle nostre calciatrici e direbbe: ‘Non puoi giocare’”. A volte questi commenti possono rivelarsi dolorosi, avere un impatto profondo anche su chi come lei ha una certa dimestichezza con i social e con certe esternazioni: “Non mi interessa davvero, ad essere onesti. Semplicemente non leggo o guardo. Mi limito a spegnere e concentrarmi sui commenti positivi. È più per la mia famiglia, a volte mi sento male quando mia mamma mi manda delle cose. Le dico: ‘Non leggere questo, non lo leggerei mai’.

“Semplicemente non mi riguarda, poiché so che quelle persone non sono importanti. Sono forte in quello che sto facendo e se le persone non sono contente, allora è una loro scelta. Dopo tutto, le calciatrici vogliono solo giocare e vivere il sogno”. Un concetto che ribadisce anche in una diversa intervista, all’autorevole Times che tocca un tema tipicamente legato al pregiudizio che ancora oggi attraversa questo sport. “Mi è stato detto che non potevo indossare le ciglia finte quando gioco. Perché no?”.

La svizzera, proprio sui suoi social che hanno anche una funzione lavorativa legata a sponsor e adv, non rinuncia a mostrarsi nelle sue sfaccettature, a pubblicare immagini che di volta in volta e in base ai contratti commerciali la mostrano diversa. La sua militanza come attivista e il diritto a essere come si vuole, anche a festeggiare con appena due gol, vanno rispettati.

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