La chance della vita. Questo rappresenta per Igor Tudor la Juventus. Poche partite in cui giocarsi il futuro in una squadra costruita con un’idea di calcio completamente opposta. Non una missione semplice, per il 47enne croato, seppur con un gruppo comunque forte e in linea con l’obiettivo da raggiungere. Il traguardo, però, si complica sensibilmente dopo il ko con il Parma e, a dispetto delle parole di Giuntoli nel pre-match, ora il suo futuro torna a essere in bilico.

Le sliding doors bianconere

Mentre Antonio Conte si gioca lo scudetto con il Napoli, la Juve è quinta in classifica e momentaneamente fuori dalla zona Champions. Chissà se i pensieri non volino dritti alla scorsa primavera quando Cristiano Giuntoli ritenne Thiago Motta l’uomo più giusto per dare il via ad una nuova era. L’addio anticipato del brasiliano ha aperto la strada a un altro ex bianconero come Tudor il cui bilancio nelle prime 4 partite è di 2 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta.

Tardini fatale? L’obiettivo si allontana…

Proprio il Tardini potrebbe risultare fatale all’allenatore croato. Lo sapeva fin dal principio. D’altronde ha un margine d’errore nullo, o quasi per provare a guadagnarsi la conferma. Senza quarto posto la sua permanenza in bianconero è, infatti, praticamente impossibile. Prima della partita, ai microfoni di DAZN, Giuntoli aveva dato come il Mondiale per Club come tempistica di riferimento per una decisione sulla panchina e, in un certo senso aperto a una conferma: “La speranza è continuare insieme”. Ma è chiaro che prendere una decisione del genere a giugno inoltrato sarebbe l’ennesimo autogol.

Tudor, gli attaccanti e la cattiveria che manca

Intervenuto davanti alle telecamere di DAZN al termine del match deciso dalla rete di Pellegrino, Tudor ha fatto la sua personale analisi della partita: “Primo tempo meglio loro, nel secondo tempo abbiamo attaccato molto senza essere pericolosi. Siamo dispiaciuti, non si può prendere un gol con un cross da 40 metri. Tra 4 giorni rigiochiamo e si va avanti. Avremmo meritato qualcosa in più perché loro non è che abbiano fatto chissà che cosa”.

La coppia Kolo Muani-Vlahovic, con il serbo uscito per infortunio a fine primo tempo: “Sì è uscito per un problema al piede. Si poteva fare di più. Ci manca cattiveria, anche sui calci d’angolo. Se non si battaglia non si vince. Gli schemi non bastano, servono soprattutto altre cose”.

La resa è anche dei tifosi che invocano rivoluzione

La resa arriva inevitabilmente anche sui social. “Stagione finita, ciao Champions e ciao Tudor, è stato breve ma intenso”. Proprio il croato finisce sul banco degli imputati: “Disastro annunciato. Dal modulo ridicolo alle scelte dei giocatori, fuori ruolo, ha sbagliato tutto. Prima queste le pareggiavi, ora le perdi. Peggioramento clamoroso“, è la sintesi di un utente.

Naturalmente, le colpe non possono essere solo ed esclusivamente di un allenatore appena arrivato: “Questa partita è emblema della stagione. Gente che in campo non sa cosa fare, molle, svogliata, che camminava in campo nonostante dieci giorni di sosta. Dispiace per Tudor“, sentenzia un altro tifoso. “Rosa da rifondare ed ennesima rivoluzione” è l’accorato appello di un supporter di fede bianconera.

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